Webinar di Opentusk

I dati aperti servono a tutte le pubbliche amministrazioni, per fare pianificazioni migliori e scelte consapevoli. I Responsabili della Transizione Digitale sono protagonisti fondamentali di questo processo di innovazione. Per questo, sono stati realizzati 5 webinar di accompagnamento esclusivamente rivolti agli RTD e al personale IT della Pa Locale, con link dedicati per l’accesso, disponibili sulla community riservata di OpenTusk aperta su ReTe Digitale di AGID. All’interno della Community: documenti, buone pratiche e procedure.

Per una conoscenza condivisa, 5 webinar divulgativi trasmessi in streaming sulla pagina Facebook istituzionale della Regione Puglia, con 15 testimonianze a sostegno della cultura dei dati aperti. La moderazione è a cura di Maria Morena Ragone, Supporto giuridico specialistico dell'Ufficio RTD Regione Puglia.

Il testo corale dei webinar


 

Le testimonianze sono trascritte, nei loro tratti essenziali, in tempo reale, su una lavagna digitale che cresce durante i webinar.

Scarica il testo corale finale, con le parole di tutti, leggibili per colonne o per righe, attraversando le voci degli esperti.

Gianluca Pompei, CTO di Key To Business - DYDAS

I dati sono importanti come i vaccini
procedure e coordinamenti, in condivisione aperta. 
Condividendo le tecnologie in una forma legale
i risultati sono tangibili:
una mappa di cose che funzionano in Europa,
tecnologie emergenti e modelli efficaci,
con un'Amministrazione Pubblica che crea partecipazione, 
edotti in modo costante e trasversale.
Regole certe e chiare,
con un'innovazione presente.
Non esiste una ricetta magica,
esistono processi efficaci di creazione.
Si tratta di assecondare la trasformazione digitale,
filiere per migliorare la performance
instaurando continua innovazione,
un uso proporzionale al beneficio,
testando a basso costo quello che funziona,
sviluppando un vantaggio competitivo
con piattaforme per dati, algoritmi e intelligenza artificiale, 
con una montagna di dati disponibili,
dati validati e certificati,
per un impiego gratuito,
integrazioni di filiera.
leve evolute immediatamente impiegabili.

Massimo Zotti, Head of Government & Security SBU Planetek Italia s.r.l.

Ci sono opportunità che arrivano dallo spazio.
Copernicus ha lanciato un'ampia costellazione di satelliti:
sentinelle per rilasci con licenza libera e aperta,
una svolta per lo sviluppo di applicazioni pronte
con un carburante gratuito,
con una fruizione aperta e un aumento esponenziale di servizi,
la visualizzazione degli impatti della pandemia,
dei periodi della terra senza trucco,
un diluvio di dati.
Gestire i dati richiede approcci nuovi:
i dati aperti spaziali hanno caratteristiche sognate da chi si occupa di dati,
con frequenza formato, qualità e caratteristiche note.
Abbiamo una prospettiva di disponibilità dei dati oltre il 2035.
Ci sono i presupposti di iniziative imprenditoriali importanti,
programmi nazionali con costellazioni di satelliti radar.
Ci sono missioni che partono di continuo,
satelliti italiani con data policy verso licenze d'uso gratuite,
per mettere al sicuro il territorio e per gestirlo meglio.
Si scelgono i dati, si selezionano per le applicazioni
sfruttando il flusso continuo di informazioni,
per la stabilità delle reti delle infrastrutture,
utilizzando le immagini
per i fenomeni franosi, per il controllo dei suoli,
per monitorare le acque e per gli usi agricoli,
tantissime applicazioni delle industrie:
la lista sarebbe infinita.
Vantaggi socioeconomici 20 volte superiori al costo dei satelliti. 
Per passare dal sogno alla realtà
occorre una raccolta minuta dei dati a terra,
con la messa a disposizione simmetrica da parte degli enti locali, 
adottare standard,
con un'accessibilità machine to machine,
senza procedure faticose di trasformazione umana.
Parliamo di una qualità diffusa con un comune regolamento, 
una scelta per il ritorno degli investimenti,
con grandi benefici che possono giungere a chiunque sappia farlo. 
Un'immagine radar della terra è come un'ecografia.
Oggi lo spazio offre grandissime opportunità:
è importante avere competenze di sviluppo e automazione.


Piergiorgio Cipriano. Information System Project Manager -  DedaNext

Progetti di innovazione
con il doppio binario di standard e interoperabilità.
"Se non riusciamo a misurare, non riusciamo a migliorare".
Per una città 15 minuti,
il tempo per raggiungere in 15' i servizi essenziali a piedi:
un indice di prossimità sviluppato, verso un maggiore dettaglio.
Dati che giungono da Open Street Map,
dati di localizzazione incrociati con i dati del network delle strade.
Un indice arricchito da altri dati gestiti dalle amministrazioni locali,
dati di categorie specifiche,
un indice navigabile e dati accessibili in modalità standard.
Sarebbe bello integrare i dati aperti delle città migliorando la prossimità:
l'aria che tira
umanizzando i dati della sua qualità,
coinvolgendo gruppi di cittadini, studenti, ricercatori e tecnici
in una pagina che presenta dati orari e per centraline.
Parametri sintetizzati per renderli comprensibili e senza numeri:
IOT e GIS, in matrimonio,
per collegare QGIS ai server che espongono dati dinamici.
Dati realtime disponibili da 5.000 punti di monitoraggio in Europa,
interazioni che corrispondono a richieste e risposte tra QGIS e API,
dati visualizzabili in forma tabellare e scaricabili in CSV,
esempi e standard applicabili ad altri dati dinamici,
esempi di come i dati aperti possono generare valore economico.
Il coinvolgimento di persone e di esperienze individua vene aurifere,
per un modello di data governance utile e scalabile.
La governance si può costruire, per integrare lo spazio con la scala urbana,
formalizzando accordi di interscambio fra pubblico e privato,
coinvolgendo diversi soggetti, fino ai cittadini.
È un cammino appena iniziato,
l'obiettivo è concreto:
per lo scambio di dati, per dati "fare", da rilasciare in licenza aperta. 
Un'altissima precisione e un grande dettaglio:
dati aggregati di popolazioni residenti.
Non solo sezioni di censimento, spesso disomogenee.
L'indice di prossimità non si limita alla rappresentazione: 
nell'ambito del rispetto delle normative possiamo lavorare molto, 
per la definizione delle politiche pubbliche.

Guenter Richter, Sviluppatore di iXMaps

Esplorando i dati e visualizzandoli con una mappa
da ultimo a primo tassello, dal racconto all'impatto territoriale
mappando tutta la città.
Un tempo non esistevano gli open data, ma immaginavamo.
Era una palestra enorme, per visualizzare il cuore dei dati.
Spesso ci sono tabelle a due dimensioni e un valore nascosto:
visualizzazioni che tendono alla realtà del territorio,
per esporre la luce che fanno i dati.
I dati presi preparati e risolti in una visualizzazione adattabile.
Utilizzando dati aperti così come rilasciati, si diventa investigatori.
Le informazioni nascoste sono elementi di qualità per rendere la somiglianza,
con cui possiamo giungere più vicini all'esperienza naturale.
Si possono aggregare i dati su una griglia e riposizionarli,
giungendo ad una visualizzazione complessa, dove la luce diventa un fondo:
una visualizzazione completata dai valori.
Elenchi e mappe sono collegati e connessi a filtri:
mappe dal vivo, dove tutto è interattivo,
dove tutto viene dettagliato. Ogni elemento si può scegliere,
per vedere tutto il territorio e i singoli quadri, fino ad ogni luce,
per individuare le zone di concentrazione, con fondi utili per l'occhio,
gli accumuli di frequenze, le aree calde, i fenomeni urbani frequenti,
gli impatti del pnrr sui territori: i progetti come luci.
L'universo REGIS, i dati validati.
L'idea dietro la mappa: i poligoni dei Comuni esplicitano missioni e importi
un'esposizione delle somme, esposte a diversi livelli di zoom,
una mappa esplorativa per tutti i 164.000 progetti,
con la possibilità di filtrare. Diventa interessante la consultazione, 
avviando riflessioni per valutare l'impatto e interpretare individualmente. 
La mappa deve incuriosire e promuovere consapevolezza,
fino ad un livello minuto di dettaglio, leggendo la granularità:
una cura del dettaglio di rappresentazione.
Il problema è il formato comune dei dati:
la soluzione è nella comunità, nella sua capacità.

Il testo corale del Webinar

Scarica la scrittura istantanea dell'incontro con le parole essenziali dei 4 interventi, leggibili per colonne o anche per righe, attraversando le voci.

Cityopensource - Ilaria Vitellio

Per generare beni comuni digitali
raccontando l'urbano in modo diverso: come i cittadini utilizzano gli spazi
come si giocano le città, fino alla street art,
dentro una mappatura di spazi incerti,
con attori culturali ed eventi di diffusione della cultura, 
promuovendo progetti di diffusione
fino alla fine del mondo,
a partire da beni e attrezzature complesse.
Un monitoraggio civico del non utilizzato,
con attività online e offline,
incrementando con i dati, elaborando idee di riuso,
per una conoscenza riutilizzabile.
Più mappature collaborative
fino ad una piattaforma a mappe interattive,
costruendo la modalità di definizione di data entry:
un software data service.
Si analizzano e si riusano i dati
con un vestito modellabile, fino a modifiche push e calendari,
disegni di itinerari dopo le mappature,
per implementare i dati presenti in piattaforma,
con l'apertura a molti contributori.
I percorsi degli altri e la messaggistica per giocare.
È la tendenza di mappatura,
con la possibilità di modificare le licenze,
riutilizzando dati per nuove direzioni progettuali,
per reti di piccoli musei e più narrazioni di esperienze,
per tendere alla prossimità e al racconto delle storie di gestione dei luoghi. 
Riusi e attori che fanno cose nello spazio,
un modello: generiamo data as a service,
sistemi digitali aperti per la ricerca e per i territori,
storie di ribelli, che imparano le regole meglio di chi le crea.
Si colpiscono i punti deboli, come per violarle,
per infrangere con creatività e stile.
Incoraggiamo gli esseri ribelli, che abilitano gli altri,
per la costruzione di una coscienza collettiva aperta,
per trovare modalità di diffusione e riuso creativo,
alla stessa consapevolezza ribelle.

OnData - Andrea Borruso

Facciamo insieme cose da tempo,
siamo fondatori di motivi di orgoglio.
Qualcosa di speciale, adesso.
Con 10 anni di opportunità mancate ed esperienze,
il confronto con l'esterno è fondamentale.
Le comunità hanno la testa dura: sono un piccolo tesoro
per rinnovare la voce e dare olio,
orgogliosamente presenti.
Nel tempo ci sono state molte soluzioni tecnologiche,
malgrado i bassi impatti e le piccole utilità.
In modo leale, studiando le cose prima di fare,
con un dialogo in corso premiante con la PA,
per fare emergere gli avanzamenti,
promuovendo la cultura dei dati come bene comune.
Questa cosa funziona,
dagli scambi di mail alle 50.000 firme di una lettera aperta.
È difficile coinvolgere le persone quando saltano le unità di misura.
Quando i temi diventano dirompenti
coinvolgi anche quelli che vogliono essere semplicemente informati,
con richieste bene impostate.
È importante parlare fuori dalle bolle:
le comunità riescono a parlare fuori dal loro giardino
quando sorgono le occasioni di emergenza,
quando è necessario dialogare
ascoltando obiettivi e criticità.
Per prendersi cura ci vogliono risorse e persone: 
stare insieme è un elemento chiave che premia. 
Possiamo essere utili per pezzi diversi.
I dati sono nostri e servono per scegliere,
anche quando finiscono le inchieste.
L'accesso alle informazioni deve uscire dai margini dei report. 
Vogliamo creare prime volte, contesti culturali non tecnici di diritti, 
per raccontare dialoghi,
quando si diventa sentinelle ambientali,
costruendo guide, capitoli e orientamenti,
orgogliosi nel mettere a fattor comune e scambiare 
sulle richieste di accesso ai dati.
Perché non dovrebbe terminare l'attenzione
sui diritti di cittadinanza digitali:
versioni leggibili per divulgare conoscenza accessibile.
Perché avvengono cose terribili nel nostro mare:
allora è importante un cruscotto, con aggiornamenti continui,
a sostegno dello straordinario lavoro ministeriale.
Possono nascere applicazioni, opere derivate.
Perché c'è la disabilità in cifre.
E si può visualizzare, rendere leggibili i dati,
per generare una piattaforma di comprensione.
Su temi importantissimi dobbiamo spingere:
la trasparenza senza efficacia è un'occasione mancata.
Per informare la cittadinanza,
per fare proposte e scelte,
intanto, noi continuiamo a scrivere guide all'uso e vademecum.

OpenPuglia - Vincenzo Patruno

Abbiamo interpretato il nostro essere comunità nel mondo dei dati,
l'essere data driven: un nuovo modo di fare,
per guardare oltre e abbracciare le sfide,
con una visione e un atteggiamento coerente, 
guardando fenomeni vicini al nostro vivere quotidiano, 
con lo spirito hacker, per trovare strade creative 
nell'assenza di soluzioni,
immersi nelle criticità ambientali,
per aggiornamenti giornalieri e automatici,
con centraline di rilevamento, provando indici e sintesi,
per capire le condizioni della qualità,
per comprendere l'entità delle criticità,
rendendo pubblici gli impatti degli insediamenti 
in modo strutturato,
osservando ciò che accade a causa dei fenomeni,
al di là degli stessi aspetti ambientali.
Dati non solo confinati nelle loro categorie, ma riverberati
spingendoci oltre,
attraverso mappature mondiali,
per vedere le densità degli spostamenti umani,
per comprendere gli impatti sui settori economici,
l'intensità dei territori, per leggerla con pratiche di hacking,
visualizzando le trasformazioni,
per capire cosa sta accadendo,
con grandi visualizzazioni d'illuminazione
lì dove i dati si mostrano,
quando cambia il modo di vivere le città,
le presenze e gli eventi.
Queste sono cose che vanno verso il futuro
per costruire previsioni.
Si vedono le modulazioni geografiche dei valori e dei prezzi,
le diverse dinamiche emergenti dallo scraping,
dashboard di monitoraggio
verso il bene comune,
perché "be data driven" fa coppia con la cultura del dato.
Oggi serve una forte opera di spinta verso la cultura del dato: 
è una grande occasione di crescita e di incontro,
anche se non sempre si può intervenire con la stessa intensità. 
Possiamo creare un clima di crescita e di incontro,
per migliorare e creare nuovi servizi per la comunità.
Tante cose stanno cambiando:
l'Europa sta dando una direzione,
ma non abbiamo un tempo infinito per poter fare.
Dobbiamo darci delle scadenze per step intermedi ravvicinati.

Il testo corale del Webinar

Avanza la scrittura istantanea degli incontri, con le parole essenziali degli interventi, leggibili per colonne o per righe, attraversando le voci degli esperti, da un webinar all’altro. 
Scarica il testo corale in crescita dopo il secondo incontro

Comune di Crispiano - Luca Lopomo Sindaco di Crispiano, Pasquale Arianese 

Abbiamo lavorato fin dall'inizio per mettere al centro i dati aperti:
un avvistamento di open data, chiedendo ai dipendenti della PA e al territorio
i dati che possono generare economia e interesse,
settore per settore, ufficio per ufficio, ambiente per ambiente.
Un primo passo per mettere in comune raccolte iniziali misurando i risultati,
collegando la banca dati dei lavori pubblici, rendendo disponibili i dati di avanzamento:
operazioni complesse e cambi di passo rispetto alla trasparenza,
per assumere responsabilità rispetto ai cittadini
di settimana in settimana, in un dialogo aperto,
inserendo obiettivi strutturali per tutte le aree dei dirigenti.
Non solo strumento di lettura amministrativa,
per opportunità nuove, di riutilizzo verso lo sviluppo economico 
nello scenario di attuazione dell'agenda 2030,
dentro un cammino virtuoso,
perché in questa transizione i dati aperti sono un cavallo di battaglia. 
Dobbiamo spingere in tutti gli uffici per creare dati aperti.
C’è una cerchia di cittadini che ora segue con attenzione quest'apertura. 
Ci sono i 100 indicatori di sviluppo sostenibile.
occorre scendere a livello comunale, guardando ai dati Istat,
sviluppo sostenibile e sicurezza, mappando gli incidenti,
aiutando la pianificazione, per salvare vite umane, 
verso risultati che migliorano la qualità della vita.

Comune di Bologna - Pina Civitella, Responsabile UI Servizi Applicativi e Dati Settore Innovazione digitale e dati 

Abbiamo visto nascere i primi cataloghi aperti,
oggi parliamo di dati a servizio della città:
una mappatura originaria degli asset interna ed una raccolta dei bisogni.
Il principio cardine: i dati come bene comune,
con una produzione che viene restituita alla comunità che genera i dati,
una leva che porta vantaggi effettivi.
Da una situazione di partenza con una vasta frammentazione,
la collaborazione è fondante per l'amministrazione condivisa.
Uno strumento inserito dentro il funzionamento amministrativo:
il riutilizzo è implicito ed è un ciclo continuo,
dalla materia prima ad un ritorno virtuoso dei dati,
con un'alfabetizzazione di base, interna ed esterna all'amministrazione, 
per percorsi di formazione sull'accessibilità, sull'uso e sul riutilizzo. 
Procediamo dotandoci di strumenti organizzativi,
con un data office in costante flusso con il settore statistico e con i dati territoriali.
Questa collaborazione cura tutti i rapporti e le relazioni,
si annodano fili e si raccolgono feedback.
C'è una filiera con innovazioni originali,
con una piattaforma completa sul piano funzionale,
con una concentrazione sulla preparazione dei dati,
sviluppando esperienze sul campo.
La continua scoperta e messa a sistema dei dati porta a risultati:
prima o poi la domanda e l'offerta di dati si incontrano: 
diventiamo pronti a dare risposte,
avviciniamo i cittadini.
Dati aperti e studi di natura statistica:
29 milioni di record,
dati popolari e molti download: musei, luoghi di culto e strutture sanitarie.
Studi su aree di interesse della città: analisi dei servizi disponibili,
un lavoro sulla città dei 5-10-15 minuti, intercettando i punti di interesse
un sistema di entità disponibili prossime,
l'affluenza media che deriva dalle connessioni al wifi pubblico,
l'andamento per giorno tipo dei comportamenti delle persone,
ricalibrando la valutazione per tutta la città, calcolando l'indice di prossimità.
Un grande patrimonio d'uso e di conoscenza.
La mappa dei lavori stradali, con le informazioni provenienti dalle aziende che operano,
per la consapevolezza delle interferenze, 
con riusi in app prodotte dai cittadini.
Le mappe dei punti di supporto per l'accesso ai servizi pubblici nei diversi quartieri,
gli sportelli di assistenza erogata dalle associazioni del territorio.
La potenza di questo strumento è nella rapida risposta alla domanda
spinta dal basso, competenze, velocità di esecuzione per tutti.
La domanda di analisi dati e di servizi di analisi dati inizia ad invertirsi e a provenire dall'esterno. 

Comune di Milano - Matteo Massenzio Responsabile dell’Unità Opendata

Parlarne è il bello di queste occasioni,
di progetti futuri e di onde lunghe che vengono sin dal Governo Obama,
una sequenza di eventi all'interno del Comune,
con una grande vocazione per il modello città data driven.
Dati qualitativi che vengono dal confronto con il territorio:
un portale con 2.000 dataset e 9.000 visitatori mensili.
Parliamo attraverso gli atti, dal 2012 a tempi più recenti
con una scelta netta e decisa, rilasciando i dati con una piena licenza aperta,
perché il Comune è volano per la sua comunità.
Gli open data sono pubblicati con ontologie e glossari,
per dare un modello logico di sviluppo dei dati, verso il massimo grado di apertura e di ecosistema. 
I dati si rendono disponibili come open service attraverso API,
per dare un grandissimo valore aggiunto e appetibile al dato.
I dati aperti oggi sono rilasciati mantenendo il proprio diritto morale con licenza CCby,
viene dato valore alla visualizzazione per avvicinare al mondo dei dati, 
in una logica di democrazia partecipativa,
per fare le scelte della propria vita con consapevolezza:
è il tempo di una cittadinanza data driven.
Viene predisposto un piano editoriale semetrale, in base all'intenzione della PA:
dati mai messi a caso, con passi preliminari di confronto verso la pubblicazione. 
Il Comune è apripista nel riutilizzo dei dati aperti per leggere i progetti,
per far sentire la vicinanza del comune alle persone.
Un racconto di Milano attraverso i propri quartieri: municipi, i nuclei di identità locali,
rappresentando l'evoluzione della città con i dati statistici.
Ogni mese pubblichiamo i prezzi al consumo,
un osservatorio e un'analisi locale dell'indice BES, con infografiche semplici
ed un rendiconto di mandato, con grafici che parlano più dei testi,
considerando svariati ambiti per infografiche oggettive che illuminano gli outcome,
per rendere visibili gli impatti ed i vantaggi delle politiche pubbliche,
i servizi digitali durante il mandato,
il bilancio comunicato ad un ampio numero di persone, con "openbilancio",
raccontando l'uso dei fondi pubblici, secondo la data democratization,
l'esplicita suddivisione delle spese correnti.
Una produzione dei dati secondo un processo filosofico, con lo sviluppo delle ontologie,
il progetto let-MI, per una città letteraria, che lega autori, opere e luoghi, 
dati che costruiscono percorsi letterari turistici, per non far perdere nulla,
l'ontologia degli eventi: una declinazione ambrosiana di ontopia,
a partire da un evento che accade. Si vede l'impatto da diversi punti di vista:
l'idea è strutturare bene gli eventi, vedere gli impatti, ricalcando i flussi informativi.
Non dobbiamo mai abbandonare il mondo dei dati aperti. 
Andiamo sempre avanti, dobbiamo crederci sempre.
La città può migliorare
e i cittadini possono veramente comprendere l'essenza della città.

Il testo corale del Webinar

Prosegue la scrittura istantanea degli incontri, con le parole essenziali degli interventi, leggibili per colonne o per righe, attraversando le voci degli esperti, da un webinar all’altro. 

Scarica il testo corale in crescita dopo il terzo incontro

Angelo Grasso - Direttore Generale Fondazione IPRES – Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali

 Sosteniamo la programmazione con attività di ricerca,
perché gli enti concorrano alle politiche di intervento.
L'accostamento agli open data è stato del tutto naturale, per basi statistiche a supporto alle decisioni.
Siamo sempre stati esposti alla cultura del dato per allestire gli studi:
è una cultura del riutilizzo del dato in via sistematica.
Abbiamo compreso che il nostro apporto è fondato sull'esperienza,
con una scelta di fondo nella produzione delle banche dati e dei report.
Tutti gli open data che produciamo sono disponibili,
perchè conosciamo il valore della preparazione dei dati. Per leggerli e rappresentarli
occorre consapevolezza e competenza.
La produzione e la condivisione con gli interlocutori esterni spingono le interlocuzioni,
perché nuove analisi siano svolte e nuove forme di partecipazione sorgano.
Questo è lo spettro delle riflessioni.
È un percorso di lavoro nuovo con nuove dinamiche di relazione,
è un ambiente innovativo, dove si verifica la consistenza dei dati.
La verifica della validità dei dati è fondamentale
per essere nel diluvio informativo, adottando un impegno forte,
perché vi siano solide basi di interlocuzione e di rappresentazione dei problemi,
competenze specialistiche, cultura del dato e sfida alla complessità.
Possiamo comunicare il lavoro che c'è dietro la pubblicazione dei dati,
per la trasparenza dei processi lavorativi: per renderli visibili
con i report, con i rapporti periodici e le banche dati,
perché la conoscenza sia alla portata di molti e possa amplificarsi,
allestendo annuari statistici per singolo comune,
in modo da conoscere le variabili fondamentali
utilizzabili dagli uffici dei Comuni.
È un grande potenziale che si esprime venendo alla luce.
Portiamo all'esterno la logica del processo, allestendo estrazioni automatiche,
perché siano accertabili lacune e imprecisioni, che sono cura e valore per tutti.

Bianca Bronzino - Responsabile PO Innovazione e Transizione al digitale ARET Pugliapromozione

Per costruire legami, relazioni e supportare la comunicazione,
abbiamo imparato ad interagire con molte dinamiche allargate ai soggetti.
Non solo flussi turistici: dall'esterno si vedono le campagne, perché da sempre lavoriamo sulla meraviglia.
Cataloghi e servizi per chi viaggia, un patrimonio di raccolta:
più di 1.000 eventi annuali, ma a fare le destinazioni sono le persone.
Nell'ecosistema si supera il racconto stereotipato, entrando nel flusso degli utenti.
I nuclei informativi diventano dati strutturali da liberare in formato aperto, per amplificare la conoscenza del territorio.
Comunichiamo e trasferiamo le informazioni, arricchendo le schede in una rete di touchpoint. 
È fondamentale la condivisione umana e digitale, in un accentramento dei contenuti di base,
restituendo il raccolto ottenuto al mercato, con una verifica del dato.
Il valore, creato una sola volta e distribuito, è preziosissimo.
Ogni racconto transita, arricchendo nuovi racconti di destinazioni.
Profiliamo meglio l'informazione distribuita,
in modo da comprendere la pressione turistica e governare i flussi del territorio,
per implementare i servizi nei luoghi e dare possibilità di regolazione alle persone. 
Già solo il dato comunica dove andare.
Abbiamo attivato tavoli verticali di governance per dati possibili da comunicare. 
C'è una cultura del dato che è il valore della condivisione,
come se fossimo un unico apparato.

Lucia Bisceglia Dirigente medico - Antonio Chieti Collaboratore tecnico Informatico -  AReSS - Agenzia Regionale Strategica per la Salute e il Sociale Puglia

Valorizziamo il senso del dato per orientare le politiche e le scelte strategiche.
Raccogliamo dati come un tessuto connettivo, attraverso tutti i cittadini pugliesi,
per il bisogno di salute, acquisendo i dati socio-sanitari da chi accede ai servizi,
contribuendo al processo di generazione della conoscenza.
Sviluppiamo dati di natura epidemiologica, per intervenire su criticità e disuguaglianze.
I flussi informativi alimentano le attività.
C'è una forte intersettorialità, a partire dal registro tumori, organizzato in 6 servizi territoriali:
una raccolta di tutti i segni dalle persone, che definiscono un patrimonio strategico.
È un panorama vasto e complesso, che restituisce l'andamento dei fenomeni,
per migliorare le capacità di cura, con sicurezza e privacy.
La norma regionale garantisce la protezione dei dati.
La nostra attività è fondata sull'interconnessione delle conoscenze.
Bilanciamo i vincoli della privacy con la comunicazione e l'integrazione, 
monitoriamo la salute materna e infantile con un quadro significativo di indicatori,
attraverso la valutazione dell'impatto. Con studi e ricerche
inquadriamo il profilo salute nel contesto socio demografico, 
restituendo le informazioni a più livelli, per la condivisione.
Abbiamo una storia di esposizione delle informazioni.
Con PugliaCan 2.0 è stato possibile evidenziare la proporzione delle neoplasie.
Ci sono nuovi strumenti di pubblicazione: il portale Open Salute Puglia,
con dashboard interattive di filtraggio dei dati, per confronti, grafici e dati riutilizzabili,
per scegliere cosa confrontare e per sviluppare consapevolezza,
verso l'Atlante dei Tumori della Regione Puglia,
per consentire consultazione e condivisione.
Informazioni estremamente rilevanti che sono dei cittadini, perché siano consapevoli.
La trasparenza è nella continuità di intenti, verso la qualità del dato.
Solo elaborando e restituendo rilasciamo prospettive di lettura:
è un elevato e quotidiano obbligo di precisione e finezza del dato,
è il tema della comunicazione sulla salute con la forza delle evidenze, 
è una sfida rilevantissima, che richiede nuove competenze.
Solo in una logica di sistema si può avanzare in questo senso

Il testo corale del Webinar

La scrittura istantanea degli incontri si arricchisce, con le parole essenziali degli interventi, leggibili per colonne o per righe, attraversando le voci degli esperti, da un webinar all’altro. 

Scarica il testo corale in crescita dopo il quarto incontro

Antonella Longo, Docente dei corsi di Database - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, Università del Salento

Utilizziamo i Datathons nei percorsi accademici: sfide fra studenti per l'analisi dei dati, per risolvere problemi. 
Sviluppiamo softskills, l'interazione fra pari e la gestione del tempo, diffondendo la data literacy,
divulgando la scienza per tutti, dentro la vita di tutti i giorni, con una grande quantità di dati.
Stiamo provando a farlo nei percorsi curricolari, per il trasferimento tecnologico verso il mondo reale,
in fasi collaborative e competitive, lanciando i Datathon, definendo i ruoli: un cammino per 30 giorni, verso l'evento finale, 
con momenti di incontro per supportare i team, attraverso incontri collegiali che convergono nella presentazione pubblica.
Premiamo la qualità del lavoro, il valore delle presentazioni e l'efficacia,
definiamo un gruppo interdisciplinare ed eroghiamo corsi per promuovere domini di argomenti,
spingiamo a raccontare le storie, in un data storytelling attraverso le evidenze ricavate:
è una sfida, una prova che coinvolge molte discipline.
Puntiamo agli approfondimenti tematici di attualità, correlando le competenze tecniche con la comunicazione. 
Sono step diversi, per chi partecipa e per chi vince, fase dopo fase.
È un modo per apprendere e giungere ad un riconoscimento in team.
I gruppi in contest internazionali vincono, anche se non immaginano di raggiungere questi risultati.
Gli esempi dei progetti sono pubblici, attraverso video testimoniali.
I Datathon possono aumentare la data literacy di tutte le amministrazioni pubbliche.
C’è un patrimonio informativo ignoto che può essere fondamentale in tutti i domini.
Malgrado siano basse le competenze iniziali, possiamo giungere a trasformare i dati in indicatori,
visualizzando, curando i database e le strutture, in modo orizzontale.
C'è un fondamentale legame nell'uso dei dati, fra scuola e università.
L'alfabetizzazione è fondamentale, al di là del percorso di ogni cittadino.
Si basa sulla collaborazione di tutti.
La scienza della cittadinanza è un legame per mischiare le scuole, 
per essere curiosi e questo è un passaggio fondamentale.
Per essere liberi e cittadini del mondo la lingua è unita all'uso dei dati.

Rossella Ceglie - Staff data engineering. Responsabile Direzione Generale, Università degli Studi di Bari

Abbiamo percepito l'importanza della cultura del dato dentro l'Ateneo,
con un portale open data costruito con gli studenti, che negli anni alimentano la richiesta di servizi digitali.
Gli studenti sono attenti: domandano continuamente dati, l'allineamento delle università e molte informazioni oltre a quelle chieste dall'esterno.
L'apertura dei dati è un percorso da poco iniziato nelle università e occorre un mentore che vede il mondo.
Così si inizia e si va in evoluzione, pubblicando con una restituzione grafica d'impatto immediatamente comprensibile.
Man mano l'appetito cresce e giungono moltissime richieste di informazioni, per confrontare i percorsi e supportare lo studio.
Pubblichiamo sezioni logiche, per la ricerca, per la didattica, per la terza missione.
La strutturazione delle informazioni è la leva per lo sviluppo di software.
I dati poco indagabili raccolti, quelli amministrativi e gestionali, determinano le strade delle scelte di pubblicazione.
Abbiamo estratto nuovi dataset: per la ricerca sui dati nascosti di interesse
la sezione della didattica è molto richiesta da docenti, studenti e cittadini.
Lo spazio della terza missione, con il mandato di diffusione della ricerca fuori dal mondo accademico, chiede applicazioni strutturanti,
con un'attenzione particolare sul genere.
I problemi sono nell'ordine strutturale dei dati e nell'alta dinamicità del loro aggiornamento,
con un'elevata diversificazione: gli studenti mutano i comportamenti di continuo.
Desideriamo che i dati siano attendibili, per questo abbiamo trovato un meccanismo automatico di aggiornamento,
con un connettore che permette di sincronizzare dati di diverse sorgenti, aggiornando il portale.
Questo ci offre l'opportunità di rappresentare la realtà
e ora gli studenti mettono le mani sui dati, con progetti che vagano sul web acquisendoli, ripulendoli, interrogandoli e visualizzandoli.
Le persone prendono i dati da tutto il mondo, studiando i fenomeni, sviluppando query complesse e rappresentazioni.
È un gioco ed un innamoramento, l'unione delle competenze,
un lavoro comune, pieno di guide, di esempi, di buone prassi.
Vogliamo comprendere le esigenze di chi apprende, attraverso gli studenti.
È necessario rendere visibili subito i fenomeni: l'impatto visivo è centrale per il pubblico. 
Il dato è umano e concreto, si fonda sulla pratica dell'ascolto.

Francesco Branda -  PhD in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione presso il Dipartimento di Informatica, Modellistica, Elettronica e Ingegneria dei Sistemi dell’Università della Calabria.

I dati sono centrali nel mondo accademico.
Dato deriva da “datum”, ciò che è dato: si tratta di informazioni, descrizioni, misure di ogni genere.
Divoriamo dati a partire dai grezzi, fondamentali e inutili: grazie al loro accomunamento in un contesto ci poniamo domande,
generiamo conoscenza per raggiungere la coscienza e agire in modo responsabile.
Si analizza ciò che è presente e cosa no, si individuano le risorse per analizzare e alla fine ci sono i risultati delle ricerche.
Possiamo superare il muro dei costi delle pubblicazioni, collezionando e validando.
Ci sono i dati della cattura dei comportamenti, della simulazione dei processi per i modelli, i dati sperimentali, i dati derivati.
Per essere buoni dati, devono risultare facilmente rintracciabili nelle fonti ed eticamente accessibili, interoperabili, riutilizzabili.
il primo passo nella ricerca è la collezione dei dati in un quadro chiaro, con le domande e le prospettive di studio,
comprendendo la direzione corretta, con una familiarità verso il dato, identificando gli indicatori e le finalità,
conferendo nomi semplici ai dati per identificarli,
modellando i dati in modo corretto, per rendere comprensibile la loro disponibilità
aggiungendo i metadati: dati sui dati, il loro contesto, scegliendo il formato per la condivisione e per le aspettative di riutilizzo.
Quando condividiamo i nostri dati in modo aperto, diamo loro visibilità e possibilità di impatto, per ricevere un feedback,
per offrire chiarezza e riproducibilità, per condurre gli altri più avanti, nella prospettiva di una nuova conoscenza in comune,
verso una modellazione del sapere pienamente riutilizzabile.
È una storia che viene da lontano, un'antica fabbrica di dati, per proteggere la salute umana, correggendo in corsa.
Abbiamo tutti la necessità di comprendere, di costruire collaborazioni fra esperti diversi e modelli matematici di simulazione,
utilizzando i dati disponibili in un unico spazio, per generare conoscenza e protezione umana,
accomunando dati differenti, per previsioni di andamento.
Pubblicare la ricerca senza dati è solo pubblicità.
C'è un dopo che dà grande speranza: i dati ci fanno riscoprire come unica grande famiglia che lotta.
Il suggerimento è quello di puntare molto sulla collaborazione, partendo dalla passione
parliamoci di più. Riusciamo a capire se siamo legati in amicizia: dobbiamo superare la paura di scoprire le nostre carte, 
perché noi siamo una sola grande comunità.

Il testo corale dei webinar

 

La scrittura istantanea dei cinque webinar giunge a compimento, con le parole essenziali di tutti gli interventi, leggibili per colonne o per righe, attraversando le voci degli esperti.

Scarica il testo corale finale dei cinque webinar