1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
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L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
decennio 1950
Mediateca Regionale Pugliese
Manifesti cinematografici
Cinema 150 anni
Mediateca Regionale Pugliese
BA
Mediateca Regionale Pugliese
Via Giuseppe Zanardelli, 30 - Bari, BA, Puglia
Manifesti cinematografici
decennio 1950
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
Via Giuseppe Zanardelli, 30 - Bari, BA, Puglia
Manifesto
Cinema 150 anni
ita
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
Mediateca Regionale Pugliese
BA
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
Manifesto
ita
41,111125
41,111125
16,875478
16,875478
Mediateca Regionale Pugliese
decennio 1950
BA
Manifesti cinematografici
Arte
Cinema
Spettacoli ed Eventi
Storia e Tradizioni
Bassa risoluzione
Manifesti cinematografici
Manifesto
Mediateca Regionale Pugliese
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
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Cinema 150 anni
Arte
Cinema
Spettacoli ed Eventi
Storia e Tradizioni
Manifesto
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
1860. I Mille di Garibaldi - Manifesto
41,111125
16,875478
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
L'immagine è la riproduzione fotografica del manifesto cinematografico del film '1860 - I Mille di Garibaldi' , prodotta in seguito all'evento 'Cinema 150 anni', mostra di manifesti d'epoca sul Risorgimento. La mostra, allestita negli spazi della Mediateca Regionale di Bari, è stata realizzata nel 2011 dall'Ufficio Attività culturali e audiovisivi, afferente al Servizio Cultura e Spettacolo della Regione Puglia, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'opera originale fu realizzata per la stampa dal famoso pittore, illustratore e grafico Angelo Cesselon, come si evince dalla firma sulla sinistra. Il pittore veneto nel dopoguerra cominciò a realizzare bozzetti pittorici per i manifesti di diverse case cinematografiche. La sua nota stilistica è riconoscibile dalle tipiche pennellate di influenza veneta a cominciare dai colori brillanti; degno di nota il ritratto quasi a intera pagina di Garibaldi, che privilegia al posto della più usuale riproposizione di immagini tratte dal film stesso, soprattutto per la possibilità di caratterizzarlo da un punto di vista umano e psicologico partendo dalla sua classica iconografia. Il suo stile si riconobbe per la sua originalità e armonia compositiva, come si nota anche dalla data a caratteri cubitali resi prospetticamente per dare l'idea dello scorrere del tempo. Pare che il successo dei film fosse in parte dovuto alle sue opere dipinte ad acquerello; sue sono infatti opere di locandine di film come Ladri di Biciclette, Marcellino Pane e Vino, Cleopatra e L'Armata Brancaleone. Del 1934, il film '1860', riedito successivamente nel 1951 con alcune modifiche e con il titolo 'I Mille di Garibaldi', può considerarsi a dovere una delle opere più importanti di Alessandro Blasetti, antesignana del filone neorealista, che rieditò lo stesso film nel 1951. Sullo sfondo della grande ed eroica spedizione dei Mille, il film racconta le vicende del tempo di una regione intera, la Sicilia, che vive attraverso gli occhi del protagonista, il picciotto Carmeliddu, le dure repressioni dell'esercito borbonico, le diverse opinioni sulla situazione politica italiana, oltre che la personale storia d'amore con sua moglie Gesuzza, pronta a sostenere il marito rischiando la fucilazione durante le 'infuocate giornate di Quarto e Calatafimi', come si legge nel trailer. Garibaldi infatti unirà non solo l'Italia, ma idealmente anche il popolo, come dimostrano gli uomini che nonostante idee politiche diverse, salpano con lui da Quarto. Innovatore del cinema italiano, sperimentatore del cinema sonoro e a colori in Italia, Blasetti viene considerato il padre del cinema moderno italiano. Negli anni '60 sperimenta anche la televisione, un inevitabile passaggio per il maestro che ama una comunicazione quanto più possibile 'di massa', tanto da dare allo stesso film una connotazione assolutamente populista, che esalta non i grandi personaggi o la sola figura dell'Eroe dei Due Mondi (per altro presente solo rare volte), ma un'impresa corale e collettiva, partita dal basso. È il popolo il vero motore e fulcro di tutto il film di Blasetti.
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Bassa risoluzione
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